Un poeta mediterraneo


Periplo letterario in compagnia di Adrian Grima

testo Federica Araco | fotografie Virginia Monteforte | ottobre 2016

Federica Araco, “Un poeta mediterraneo. Periplo letterario in compagnia di Adrian Grima,” The Trip, Numero Speciale Malta. Si parla di questo numero qui.

Professore di letteratura all’Università di Malta, poeta e operatore culturale, Adrian Grima è direttore artistico del Malta Mediterranean Literature Festival e fondatore di Inizjamed, un collettivo di scrittori che dal 1998 organizza incontri di lirica e narrativa coinvolgendo autori locali e internazionali.

«La storia della nostra letteratura comincia a metà Ottocento con Ġan Anton Vassallo, un intellettuale docente di italiano animato da una forte ideologia romantica che per primo decise di scrivere in maltese, fino ad allora la lingua della cucina (il-lingwa tal-kċina), perché solo orale. Divenne ufficiale nel 1934, sostituendosi all’italiano».

Malgrado le piccole dimensioni dell’isola, ancora oggi molti villaggi hanno il loro dialetto peculiare a testimonianza delle diverse influenze culturali assorbite in secoli di continui contatti, dominazioni e scambi commerciali con gli altri popoli del Mediterraneo.

«Il maltese sta vivendo un periodo di grande fioritura», spiega il professore. «Le giovani generazioni pubblicano opere molto innovative soprattutto rispetto all’uso della lingua, della quale sperimentano forme inedite e contemporanee e costruzioni sintattiche nuove, ricche di asindeti, polisindeti e metafore. Le frasi esprimono vivacità e dinamismo e si percepisce chiaramente una netta differenza rispetto agli scrittori degli anni Sessanta, i cosiddetti moderni o modernisti. Pur riconoscendo e rispettando l’eredità del passato, questi autori stanno creando una nuova letteratura, anche attraverso l’esplorazione di tematiche finora poco trattate».

La giovane Leanne Ellul, per esempio, ha recentemente esordito con un romanzo per ragazzi dal titolo Gramma, (in italiano Grammo) che ha riscosso un grande successo di pubblico e critica. «Molti pensavano che si riferisse all’uso di sostanze stupefacenti invece parla di anoressia, un tema oggi molto sentito, soprattutto tra i giovani», commenta Grima.

Altri affrontano la relazione uomo-donna, il matrimonio, la sessualità, il tradimento, l’uso di droghe, il viaggio. «Il nazionalismo o l’identità politica sono quasi completamente assenti, mentre il fenomeno migratorio ha grande risonanza. Ma ci sono anche storie semplici di gente comune arricchite con elementi di fantasia, come nel realismo magico sudamericano».

Idioma antico, al contempo familiare e sconosciuto, il maltese è un monumento sonoro al millenario crocevia di genti e culture: «È una lingua semitica derivante dall’arabo ma scritta con caratteri latini che nei secoli ha ricevuto forti influenze siciliane, italiane e inglesi».

Alcuni autori dell’isola fanno parte del collettivo Inizjamed, “iniziativa mediterranea”. «Molti scrivono di narrativa, altri si occupano di poesia, altri ancora collaborano all’organizzazione degli eventi culturali che curiamo nel corso dell’anno, tutti a titolo volontario».

Nel tempo, grazie anche al loro contributo, si è creato un clima dinamico e vivace e molti giovani decidono di restare, o di tornare, trovando finalmente una valida alternativa all’emigrazione: «Il nostro Paese è sempre più proiettato in una dimensione internazionale, anche grazie all’ingresso ufficiale nella Comunità Europea. Inoltre, da circa quindici anni possiamo contare su specifici finanziamenti per le attività culturali e questo ha contribuito a stabilizzare importanti eventi e progetti, ora adeguatamente supportati sia a livello economico che istituzionale», commenta.

Per la sua particolare collocazione geografica Malta è, infatti, al centro di una fitta rete di relazioni e scambi con partner culturali regionali, con i quali la nuova generazione di scrittori e artisti ha saputo negli anni costruire legami solidi e duraturi grazie anche alla partecipazione a numerose rassegne e festival. «Ispirati dalla collaborazione con il ZEBRA Poetry Film Festival Münster e con l’Highlight Arts abbiamo avviato una sperimentazione che integra letteratura e arte visuale realizzando dei poetry films nei quali l’autore legge dei versi e un regista accosta alle sue parole immagini evocative e suoni. Una volta al mese, inoltre, organizziamo degli incontri chiamati Open mics (microfoni aperti) nei quali ogni scrittore può condividere in pubblico le proprie opere».

Ma è senza dubbio il Malta Mediterranean Literature Festival l’evento culturale di maggior rilievo organizzato dal collettivo. «È uno dei pochi festival di letteratura dedicato sia alla poesia che alla narrativa e si svolge in agosto a Valletta, al Forte Sant’Elmo», spiega Grima.

L’edizione 2016 ha ospitato autori importanti, come il libanese Elias Khoury, la francese Samantha Barendson, l’iraniana Roja Chamankar, il curdo Ciwanmerd Kulek e il marocchino Abderrahim Sail. «Come ogni anno abbiamo avuto anche una nutrita presenza di scrittori maltesi: Joe P. Galea, Daniel Massa, Rita Saliba, Mark Vella e Abigail Ardelle Zammit. E addirittura un ospite da Cuba (ma residente in Spagna), Rodolfo Häsler, e uno da Singapore, Marc Nair, perché per noi il Mediterraneo è innanzitutto uno spazio di incontro e dibattito, prima che un luogo geografico».

Gli autori, soggiornando a stretto contatto gli uni con gli altri, sperimentano incroci linguistici inediti leggendo (e traducendo) le opere dei loro colleghi.

Anche Grima scrive in maltese, sua lingua madre.

«La mia ultima raccolta di poesie Klin u Kapriċċi Oħra (Rosmarino e altri capricci) contiene una prima parte dedicata al cibo, dove racconto alcune ricette semplici della nostra cucina tradizionale. La seconda parte, invece, ha brevi componimenti sull’amore e riflessioni su temi sociali forti o su specifiche realtà politiche e socioeconomiche. Mi interessa giocare con le infinite possibilità sintattiche sperimentando nuovi incastri linguistici e fonetici. In genere nelle mie opere ci sono diversi livelli di lettura, giochi di parole e allusioni che lasciano intravedere orizzonti più ampi e significati multipli».

Il desiderio di sensibilizzare le persone su argomenti di attualità caratterizza tutta l’attività poetica di Grima, come in Riħ min-Nofsinhar (Vento del Sud, 2008), opera scritta con Immanuel Mifsud, che invita

a riflettere sulla desertificazione e sul cambiamento climatico. È del 2011 Denb il-Vleġġa (La coda della freccia, edito in Italia da Lushir), una raccolta in maltese e italiano. Qui Grima spazia dalla sessualità al dolore

di profughi e migranti nel Mediterraneo, dal razzismo e il ripiegamento identitario accesi dalle politiche di respingimento comunitarie alla tenerezza tra due amanti descritta nei piccoli gesti del quotidiano.

CREDITI
Virginia Monteforte FLICKR: photo/tanis

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